Hascisc – i fatti

Sempre più giovani fumano stupefacenti. L’hascisc, insieme all’alcool e al tabacco, è fra le più diffuse sostanze che generano ebbrezza. In che cosa consiste uno spinello? come viene vissuto lo stato di ebbrezza? Quali effetti immediati e a lungo termine può avere questa droga?

Ho quattro figli adolescenti che mi hanno raccontato che è normale che la maggior parte dei loro coetanei fumino spinelli, considerati un genere voluttario al pari delle sigarette o di un bicchiere di vino. I miei figli trovano sgradevole l’odore dello spinello e riescono a distinguerlo da quello delle sigarette. Nella scuola superiore, gli insegnanti non prendono provvedimenti. Per me, però, l’hascisc è una droga. Mi può spiegare che cosa significa fumare uno spinello? Quali effetti ha sul corpo (a breve e a lunga scadenza)? Questa sostanza è cosi facile da trovare e costa così poco da diffondersi ad u n tale livello? Parlerei volentieri con i miei figli di questo tema, ma mi servono informazioni. Fra l’altro, recentemente, una ragazza che fuma spinelli ha avuto un incidente, riportando un sospetto trauma cranico, ed è stata accompagnata in ospedale da un’ambulanza. La madre ha raccontato in seguito che la figlia è diventata aggressiva, era fuori di sé e si rifiutava di rimanere sdraiata. È possibile  che gli spinelli abbiano degli effetti tanto gravi da modificare il comportamento?

Cannabis è la definizione botanica generica dei prodotti della canapa indiana hashish e marijuana. Il principio attivo fondamentale della canapa indiana è il THC, che si trova soprattutto nella resina secreta dai fiori, ma in quantità minore anche in altre parti della pianta femminile.
– Viene definita marijuana una mistura, simile al tabacco, di foglie, fiori e steli essiccati della pianta. Le parti della pianta fatte essiccare e tritate assumono di solito un aspetto verdino, somigliante a quello del tè , e, a prima vista, ricordano delle grosse spezie. Il contenuto di THC della marijuana oscilla tra l’uno e il sette per cento, anche se alcune coltivazioni in serra raggiungono anche il quindici per cento.
– L’hascisc, invece, proviene dalla resina ottenuta dalle infiorescenze della pianta femminile. La sostanza, solitamente pressata in stecche o in zolle, è di consistenza solida, in parte resinosa ed in parte friabile. Il colore può variare dal verde o dal rosso fino al marrone o al nero. Dalle variazioni di colore derivano anche i diversi nomi. A seconda delle colture, ma anche perché l’hascisc viene spesso tagliato con altre sostanze, il contenuto di THC può arrivare fino al 60%.

Forme di consumo
In Europa, la marijuana e l’hascisc vengono soprattutto fumati. Si sbriciola circa un grammo di hascisc, mischiandolo con un po’ di tabacco e si arrotola formando una sigaretta (spinello). L’hascisc viene anche fumato puro in pipe speciali nelle variazioni più diverse. Inoltre, la sostanza viene disciolta in bevande, per esempio nel tè, mischiata allo yogurt o all’impasto di biscotti. L’olio di hashish viene versato a gocce sulle sigarette o aggiunto an c’esso agli alimenti.

Origine e storia
La cannabis ha una tradizione millenaria di pianta industriale e officinale ed è uno dei più antichi stupefacenti conosciuti. In Cina, la canapa veniva utilizzata già agli inizi del terzo millennio avanti Cristo, per la produzione di vestiti e funi. Dal 2000 avanti Cristo essa è nota anche come medicinale. Attraverso l’india, questa pianta si diffuse nel Vicino e nel Medio Oriente e poi in Europa, per arrivare infine nel nord e nel sud dell’America. Le zone di coltivazione più rilevanti per l’hascisc si trovano oggi in Turchia, nel Libano, in Afghanistan, in Pakistan, in Thailandia e in Nepal. La marijuana proviene prevalamente dai paesi latino americani, dai Caraibi e in parte anche dal Ghana.
Come stupefacente, la cannabis si diffuse all’inizio in India, dove la pianta trova ancora oggi applicazione quotidiana. Inizialmente, essa fu impiegata come rimedio contro la lebbra, la dissenteria e la febre, oltre che come sedativo e narcotico. Con la sua ulteriore diffusione, tuttavia, la funzione stupefacente assunse sempre più un ruolo di primo piano. Un posto importante fra le droghe è legato al divieto di consumare alcool, vigente in tali paesi.
Nella cultura occidentale, le droghe psichedeliche (che provocano un ampliamento dello stato di coscienza) sono relativamente nuove. Il loro consumo si propagò soprattutto negli anni settanta del ventesimo secolo.

L’effetto sul corpo e sulla psiche
Se la sostanza viene fumata, l’effetto del THC interviene immediatamente e dura da tre a quattro ore. Se viene ingerita, esso compare più lentamente. Tale forma di consumo è considerate particolarmente rischiosa, in quanto spesso l’effetto può comparire improvvisamente e il dosaggio è molto difficile da calcolare preventivamente.
In primo luogo, il THC si lega nel cervello ai recettori per andamide, una sostanza presente nel corpo. In questi recettori, la sostanza funge, per così dire, da interruttore, scatenando così stimoli molteplici e influenzando soprattutto i processi di percezione e riconoscimento, la memoria, l’umore e anche funzioni intellettive e motorie.
Singoli ricettori per il THC esistono comunque anche nel sistema immunitario, nel cuore, nei polmoni, negli organi produttori di ormoni e nell’apparato riproduttivo. Perciò  intervengono accelerazione del battito cardiaco, innalzamento della frequenza del polso, arrossamento degli occhi, secchezza delle mucose della bocca, abbassamento della pressione oculare interna, effetto antidolorifico e repressione dei conati di vomito. Ciò che l’iniziato sperimenta come ebbrezza da stupefacente, ha ben poco a che fare con la frequenza del polso, occhi rossi etc. Per lui, questi sono fenomeni concomitanti di questi sono fenomeni concomitanti di scarsa rilevanza, che subisce volentieri, pur di raggiungere lo stato di ebbrezza.

Professor Karl-Ludwig Täschner
La grande forza di attrazione della droga è costituita dall’estasi, l’unità mistica, l’esaltazione, il superamento delle barriere spazio-temporali, vale a dire le esperienze extra-corporali provocate dall’effetto della droga. La modalità psicoattiva di azione, le varie ebbrezze e le sensazioni sono molto  soggettive e vengono percepite in maniera variabile. Per tale motivo, le ripercussioni dei prodotti della canapa indiana dipendono dalla costituzione fisica individuale, dalla personalità, dalla stato d’animo momentaneo e dalle aspettative, ma anche dalla frequenza nell’uso e, naturalmente, dalla dose assunta.

Il poeta francese Baudelaire ha così descritto le diverse fasi dell’ebbrezza, secondo la sua esperienza personale:
– all’inizio non succede  niente
– poi arriva una fase di allegria irrefrenabile (che agli osservatori esterni sembra stupidità)
– segue una sensazione di freddo nelle membra
– inizia una fase di sogni ad occhi aperti, durante la quale gli oggetti circostanti sembrano in qualche modo più colorati, più mobili e strani
– alla fine subentra una lunga, forte stanchezza.

Segnali caratteristici per i prodotti della cannabis sono i seguenti: l’attenzione viene rivolta a stimoli e avvenimenti secondari non rilevanti. Tutte le percezioni sensoriali, in particolare del colore e dei suoni, aumentano di intensità, fatto, questo, che etermina l’impossibilità di discernere tra l’essenziale e ciò che è irrilevante, situazione vissuta dal consumatore come "ampliamento dello stato di coscienza". Contemporaneamente, a causa dell’attenuazione degli stimoli, nasce uno stato d’animo di indifferenza e di rilassatezza orientaleggiante. Ulteriori effetti della droga sono un ragionamento frammentario, la diminuzione della capacità intellettuale di immagazzinare dati, disturbi della concentrazione e dell’attenzione. In tal modo viene diminuita anch la capacità critica, che a sua volta innalza la disponibilità al rischio.
Il decorso descritto da Baudelaire, che sembra relativamente innocuo, non è però il risultato solitamente raggiunto. A seconda dello stato d’animo, possono comparire anche sogni ad occhi aperti minacciosi ed opprimenti e fantasie ossessive.
Il THC scompare relativamente in fretta dal circolo sanguigno. Nei tessuti adiposi e nei diversi organi come fegato, polmoni, milza e muscolo cardiaco, invece, si formano dei depositi e si verificano degli accumuli della sostanza. In questi punti, l’assimilazione può durare anche 30 giorni. Ben 24 ore dopo aver fumato marijuana, dei piloti al simulatore di volo non riescono ad atterrare con sicurezza. L’attenzione e capacità di reazione, quindi, sono compromesse ancora per molto tempo dopo la fine dello stato di ebbrezza vero e proprio. Da alcuni anni, si moltiplicano le notizie di incidenti provocati da consumatori di cannabis, e ciò non solo nel traffico stradale o sul posto di lavoro, ma anche sulle piste da sci.
L’hascisc può condurre ad una dipendenza psichica da media a pronunciata, senza provocare dipendenza fisica con le conseguenti crisi di astinenza. Che una droga ‘leggera’ venga catalogata come pericolosa o meno non dovrebbe però dipendere dal fatto se sia causa di una dipendenza ‘solo’ psichica o anche fisica. È nota tutta una serie di sostanze, come quelle eccitanti o la cocaina, la cui pericolosità è conosciuta, nonostante il loro potenziale di dipendenza sia limitato alla sfera psichica.

Conseguenze a lungo termine
Dal momento che chi fuma spinelli cerca di assumere più sostanza stupefacente possibile, di regola egli aspira il fumo profondamente e non usa un filtro. Il contenuto di catrame nel fumo di una sigaretta di cannabis è molto più elevato e, a paragone con una sigaretta di tabacco, può contenere anche una quantità doppia di sostanze cancerogene. Le conseguenze di anni di consumo di prodotti della cannabis possono essere perciò bronchiti, enfisemi polmonari e addirittura cancro ai polmoni. Anche il sistema immunitario, che combatte virus, batteri e cellule tumorali, viene dannegiato dalla cannabis nella sua funzionalità.

Cambiamento di personalità
Fra i rischi a medio e a lungo termine di un consumo elevato e durevole di cannabis, c’è la possibilità dello sviluppo di una cosiddetta sindrome amotivazionale (AMS). Questa si esplica in un disinteresse generale crescente, associato ad una diminuzione della capacità di sopportare i pesi della realtà quotidiana. L’attenzione e il livello del rendimento a scuola e sul lavoro diminuiscono e il consumatore diventa sempre più indifferente a se stesso e ai compiti e doveri della vita quotidiana. È sempre meno in grado di rispondere alle richieste della società, ma neppure si sente tenuto a farlo. Inoltre, la passività è di ostacolo ai contatti interpersonali, così che i rapporti importanti nella famiglia e nel cerchio delle amicizie si deteriorano. La conseguenza è rappresentata da un’asocialità crescente.
In primo luogo è quindi il cambiamento della personalità il pericolo contenuto nella canapa indiana. Il cervello umano è inondato di sostanze che hanno una grossa somiglianza con quelle del corpo e perciò influenzano stati d’animo, sentimenti, processi intellettivi, percezioni, comprensione e ed elaborazione del vissuto. I giovani sono esposti ad un rischio particolare, dal momento che la loro personalità è ancora in fase di sviluppo. La ricerca sul cervello ci mostra che nella fase dell’adolescenza hanno luogo dei processi di maturazione neurofisiologici rilevanti. Il consumo di droga in questa importante fase distrugge le possibilità di sviluppo e ostacola il giovane nel trovare il suo posto nel mondo e nella comunità umana.

Disturbi del pensiero
In caso di consumo regolare di droga, possono comparire notevoli limitazioni proprio nella sfera della facoltà di pensiero e di giudizio. La capacità di distinguere, pensare e giudicare diminuisce. Chi fuma droga può forse avere la sensazione di una particolare profondità di pensiero e di un maggiore rendimento. Ma, da un punto di vista oggettivo, il pensiero logico è sempre più sostituito da "esperienze di illuminazione". Inoltre, compiti in cui sia necessaria precisione diminuisce. Un generale ‘lasciarsi trasportare dal vento" e una passività durevole sostituiscono la creatività, la capacità intellettiva e l’impegno.

Fattore scatenante di psicosi
È evidente che l’hascisc può scatenare anche psicosi, vale a dire disturbi psichici che sono spesso legati a stati di paura e visioni spaventose. Esse possono anche sfociare nella cronicità, dando luogo ad uno stato difficilmente distinguibile dalla schizofrenia.
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