Lontano su una collina crebbe un bosco con degli alberi piccoli e grandi, vecchi e giovani, alti e bassi. Tutti questi alberi erano molto contenti di vivere su quella collina soleggiata. Qualche volta facevano dei piani per il futuro e sognavano su cosa avrebbero voluto fare quando sarebbero diventati adulti. Un piccolo albero disse: ”Sapete, io vorrei essere volentieri lavorato per diventare una culla o un lettino per bambini. Ho spesso osservato come i bambini passano per il bosco portati amorevolmente in braccio dalle loro mamme. Per me un bambino è la cosa più bella che ci possa essere nella vita. Sì, vorrei essere proprio un lettino per bambini!”.
Un altro alberello continuò e disse: ”Ciò non mi farebbe assolutamente divertire. Vorrei essere qualcosa di più significativo. Vorrei tanto diventare una parte di una forte e maestosa nave che naviga i sette mari e trasporta carichi come oro, argento e pietre preziose”.
Un terzo piccolo albero, che era un po’ lontano e da solo, sembrava preso profondamente dai suoi pensieri, tanto che non disse nulla. “E tu, cosa vorresti diventare?” gli chiese la mamma albero. “Non hai sogni per il futuro?” continuò. “Nessun sogno” rispose il piccolo albero. “Io voglio solo restare sulla collina e con la mia cima indicare Dio”. Mamma albero sorrise: ”Hai ragione piccolo. Restare in piedi su un altopiano e indicare Dio è il migliore di tutti i desideri”.
Gli anni passarono e gli alberelli crebbero. Un giorno arrivarono degli uomini nel bosco e abbatterono il primo dei tre alberelli, quello il cui sogno era di diventare un lettino per bambini. Quando vide dirigersi gli uomini verso di lui, bisbigliò: ”Ho aspettato tanto questo momento. Chissà se il mio sogno ora si realizzerà?”. Ma non fu utilizzato per diventare un lettino per bambini. Il piccolo albero fu abbattuto con un’accetta molto grossa, diviso in pezzi senza particolare cura e trasformato in una mangiatoia per una stalla in Betlemme. Sconsolato, pianse: ”Non avevo programmato questo per la mia vita. Volevo diventare un lettino per bambini, invece ora non sono altro che una mangiatoia, messo in una grotta buia dove non mi vede nessuno, se non gli animali “.
Ma Dio, che ama i suoi piccoli alberi, bisbigliò: ”Aspetta un po’, ti mostrerò qualcosa!” E così fece.
Nella stessa zona c’erano dei pastori che pascolavano di notte il loro gregge. Ed ecco che l’angelo dell’Eterno andò da loro e la gloria del Signore li circondò ed ebbero timore. E l’angelo disse loro: ”Non temete, perché vi porto una lieta notizia che sarà annunciata a tutto il popolo. Ecco, oggi vi è nato un Salvatore della progenie di Davide. Questo sarà un segno per voi: troverete il bambino avvolto in pannolini messo in una mangiatoia”. Quando gli angeli scomparvero, i pastori parlarono tra di loro dicendo: ”Andiamo a Betlemme a vedere ciò che ci è stato annunciato dal Signore”. Ed arrivarono veloci e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino messo nella mangiatoia. Nel silenzio della notte Dio aveva messo nella piccola mangiatoia il proprio bambino, il Figlio di Dio.
Quando essa capì tutto questo, tremò per la gioia. “Questo è veramente meraviglioso” bisbigliò. “In tutti i miei sogni non avrei mai pensato che avrei potuto portare questo bambino. Faccio parte di un miracolo. E’ stato meglio di tutti i miei piani!”.
E sulla collina tutti gli alberi batterono le mani per la gioia del loro fratello nell’aver realizzato il suo sogno.
Altri anni passarono. Un giorno arrivarono ancora alcuni uomini nel bosco. Volevano abbattere il secondo degli alberi, quello che aveva desiderato di essere una parte di una nave importante. Quando li vide arrivare, si domandò: ”Verrò lavorato per diventare una grande nave? Me lo auguro tanto; ho effettivamente dovuto aspettare tanto tempo”.
Ma non fu costruita una maestosa nave, ma un piccolo peschereccio che sarebbe appartenuto al non istruito Pietro. Quando se ne rese conto il suo orgoglio ferito urlò: ”Questo non è ciò che avevo programmato per la mia vita. Il mio sogno era una nave maestosa. Al posto di essa sono diventato uno sporco e puzzolente peschereccio e Pietro non ha neanche frequentato la scuola”.
Ma Dio, che ama i suoi piccoli alberi, bisbigliò: ”Aspetta, ti mostrerò qualcosa!” E così fece. Un giorno uscì dalla folla un uomo di nome Gesù, salì sulla barca, si sedette e ammaestrò le folle che lo avevano seguito. Pronunciò parole così belle, sagge ed amorevoli che tutti ascoltarono interessati, persino la piccola barca. Quando Gesù finì con il suo ammaestramento disse a Pietro: ”Prendi il largo e getta ancora una volta le tue reti”. Pietro rispose: ”Maestro, abbiamo lavorato tutta la notte, ma non abbiamo pescato nulla. Però alla tua parola getterò le reti!”. Quando lo fece, realizzò una grandissima pesca, tanto che le reti si stavano rompendo e la barca stava affondando. Allora Pietro cadde in ginocchio davanti a Gesù e disse: ”Allontanati da me, Signore, perché io sono un peccatore”.
Quando la piccola barca vide ciò, ebbe un leggero sussulto, non tanto per il carico, ma per la meraviglia del suo cuore. “Ma tutto questo è meraviglioso” disse. “In tutti i miei sogni non avrei mai pensato di portare un carico così magnifico. Sono parte di un miracolo! E’ stato meglio di tutti i miei programmi!”.
E tutti gli alberi sulla collina batterono le mani per la gioia, perché il loro fratello, la piccola barca, aveva trovato il suo posto nella vita e aveva realizzato il suo desiderio.
Passarono mesi e vennero ancora degli uomini nel bosco per abbattere anche il terzo albero. Quando li vide avvicinarsi era molto infelice: ”Io non voglio scendere nel villaggio” piagnucolò. “Perché non possono lasciarmi in pace?”. Ma gli uomini abbatterono l’albero e staccarono i suoi rami. Lo segarono e da due travi ruvide formarono una croce.
Quando l’albero si accorse di tutto ciò, gli si spezzò il cuore. “Ma questo è tremendo” disse piangendo. “Mi utilizzeranno per crocifiggere qualcuno. Non avrei mai voluto una cosa del genere. Volevo solo indicare sempre Dio”.
Ma Dio che ama i suoi alberelli, disse: “Aspetta, voglio mostrarti qualcosa!”. E così fece.
Un giorno davanti alle porte di Gerusalemme si era radunata una grande folla. In mezzo a loro camminava Gesù a stento sotto il peso di una croce. Lo portarono fuori dalla città sul Golgota, che tradotto significa luogo del Teschio e lì lo crocifissero in mezzo a due ladroni.
La croce inorridì davanti a questa agonia e vergogna. Ma ad un tratto accadde un miracolo! Quando Gesù gridò ad alta voce, rese lo spirito. Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due da cima a fondo e la terra tremò e le rocce si schiantarono. Nel momento in cui il capo dei soldati e coloro che erano con lui osservarono Gesù e videro il terremoto e tutto il resto, ebbero paura e dissero: “Costui era veramente il Figlio di Dio!”.
Il piccolo albero, che era diventato una croce, sentì l’eco della promessa: “Quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutte le persone a me”. Allora la croce incominciò a capire: “Ma ciò è meraviglioso” bisbigliò. “In tutti i miei sogni non avrei mai pensato di poter indicare Dio in questo modo. Sono parte di una miracolo! Questo supera tutti i miei piani”. E così fu. Infatti i milioni di alberi, che per tutto il tempo rimasero in piedi sulle colline, non hanno mai avuto la possibilità di indicare Dio alle persone come questo alberello.
E fuori sulla collina tutti gli alberi chinarono le loro cime e ringraziarono Dio, perché il loro fratello aveva realizzato il suo desiderio attraverso la croce.