Jim Morrison – Guidato da voci

Jim Morrison varcò la soglia della sfera intellettuale già in tenera età. Ispirato dal saggio di Huxley «Le porte della percezione», egli visse la realtà in modo assai intenso non solo nelle sue liriche.
James Douglas Morrison nacque a Melbourne, in Florida, nel 1943. La professione del padre, un ufficiale della Marina, costrinse la giovane famiglia a trasferirsi spesso. Il padre, concentrato particolarmente sulla sua carriera, era praticamente assente in famiglia e con i tre figli comunicava tutt’al più in tono di comando.
«The unknown soldier…»
Nel tentativo di compensare la sua assenza nella vita del figlio primogenito, regalò a Jim dei libri. Ben presto il piccolo Jim si immerse nel mondo della letteratura e si trovò in balìa di autori come Ginsberg, Camus e Rimbaud. A 12 anni Morrison iniziò a comporre i suoi primi scritti, scoprendo l’arte affascinante di influenzare le persone attraverso la poesia.
Un avvenimento traumatico della sua infanzia traspare in seguito nei testi delle sue canzoni e poesie. Jim aveva appena quattro anni quando assistette a un tragico incidente. Alcuni indiani erano stati investiti da un camion e giacevano in fin di vita sull’autostrada in un lago di sangue. Suo padre chiese agli astanti se avessero già chiamato i soccorsi, però lui stesso si allontanò dal luogo dell’incidente. Jim cominciò a protestare istericamente, ma i suoi genitori lo convinsero che la vicenda era stata soltanto un sogno. Più tardi Jim Morrison ne parlò affermando che, in quel luogo, entrarono nella sua mente gli spiriti degli indiani morti. Per tutta la vita si sentì legato al grande spirito di uno sciamano.

Jim Morrison sviluppò un carattere contraddittorio. Era timido e provocatorio al tempo stesso e non si curava granché di rispettare le norme sociali. Durante l’adolescenza nessuno riuscì a educarlo correttamente. Da un punto di vista letterario mostrò un profondo interesse per la letteratura esoterica: streghe, demoni, mondi incantati e illusioni create in mille maniere lo affascinavano. Dopo la scuola superiore cominciò a studiare scienze teatrali e cinematografia. Il suo comportamento audace e i suoi tipici filmetti gli attribuirono il marchio dello «studente strano» e così l’artista incompreso finì per abbandonare la scena.

Nel 1965 si stabilì a Venice, in California. Proprio sul mare si trovava la «Mecca» dell’arte ma, soprattutto, delle droghe. Jim Morrison viveva sul tetto di una casa e, ammirando il cielo stellato, si dedicava alle sue visioni.
«Waiting for the sun…»
Droghe allucinogene lo accompagnavano nei suoi viaggi. In quel decennio tutta l’America sperimentò un rinnovamento sociale. Tante persone si rendevano conto che stava per sorgere una nuova era, o almeno così speravano. Nasceva il movimento degli «hippies» e, tra le doglie di quel parto, Jim Morrison incontrò Ray Manzarek che, entusiasta dei suoi testi illuminati, convinse subito il «poeta del tetto» a fondare un gruppo musicale. In un corso di meditazione trascendentale avevano conosciuto il chitarrista Robby Krieger e il batterista John Densmore.  Insieme formarono la banda «The Doors». Come musicisti volevano diventare lo strumento che consentisse di oltrepassare la limitata percezione della realtà. Iniziarono le prime prove e produssero un disco di prova, però non  riscossero il successo sperato. In quel periodo comunque Jim Morrison conobbe la sua futura moglie, Pamela Courson.
«Come on baby light my fire…»
Nel 1966 arrivarono finalmente i primi ingaggi nei club esclusivi e la notorietà dei Doors divampò come un fuoco. Dopo il «London Fog» il loro futuro si delineò nel «Whiskey-a-Go-Go», dove la banda venne scoperta dal direttore della casa discografica Elektra. Nel giro di pochi giorni produssero un disco portentoso che, nel marzo del 1967, conquistò la hit-parade americana.
«Break on trough to the other side…»
I critici definirono il nuovo suono surreale e violento, psichedelico ed esorcista.
Sul palco si faceva uso e abuso di alcolici e di droghe. Morrison aveva visioni davanti al pubblico e si esibiva in lunghe danze sciamane. Al culmine dell’esibizione sembrava un uomo in preda a spiriti malvagi e guidato da forze maligne. La gente restava inorridita oppure si lasciava contagiare dall’euforia. Il timido poeta diventò famoso come l’angelo della distruzione, il dio del sesso e il re mago.
«Riders on the storm…»
The Doors infusero nuove scintille nella coscienza degli americani e infiammarono il paese con le loro tournée di successo. Dopo il terzo album «prese fuoco» anche l’Europa. Morrison radunò intorno a sé tutte le più famose stelle del rock per abbandonarsi insieme a leggendarie sbevazzate. Si trovava all’apice del successo, ma avvertiva che si stava allontanando sempre di più dalla sua visione originaria. Oltre alla fama si concretizzarono anche le prime considerazioni sull’amaro mondo dello spettacolo. Jim Morrison era stato commercializzato. Quello che riscuoteva successo non era la sua arte, il rock sensuale e la poesia intelligente, ma il sex-appeal e l’abbigliamento di pelle. Cominciò a disprezzare il suo pubblico, giocava con le masse e le loro reazioni. Spingeva la gente a spogliarsi oppure a invadere il palco e metteva alla berlina le persone come se fossero degli stupidi. Nel 1969, durante un concerto, ostentò intenzionalmente una masturbazione. Ne seguì un processo.
Morrison si ritirò dal mondo delle star e seguì sua moglie, che si era trasferita a Parigi. Si concesse circa sei mesi di pausa artistica.
«Morrison Hotel…»
Tuttavia, mentre cercava una nuova ispirazione, gli crebbero sia la pancia che la barba, perché non riusciva a trovare un medium adatto al di fuori della società umana. Passava il tempo nei clubs, dedito all’eroina come sua moglie.
Nel 1971 lo trovarono morto nel bagno del suo appartamento. Aveva 27 anni. Sua moglie raccontò che la sera precedente avevano guardato insieme un film e poi erano andati a dormire. Durante la notte Jim si era svegliato e, sentendosi male, era andato in bagno. La mattina seguente lei lo trovò morto nella vasca da bagno.
«This ist the end…»
Nel 2007 il proprietario del club «Rock And Roll Circus» confessò che avevano trovato Jim nella toilette in preda a una overdose di eroina e lo avevano portato a casa. Gabinetto oppure vasca da bagno?
«Yes the river knows…»
Oggi la sua tomba a Parigi è un meta dei pellegrinaggi dei fans di tutto il mondo. Anche oggi ne onorano la memoria con spinelli, fiori, candele e scrivendo messaggi.
«Touch me babe…»
L’orario di apertura del Cimitere du Pere Lachaise è però assai ridotto. Considerando la drammatica fine di questo giovane musicista di talento, ci si chiede che tipo di vita egli abbia vissuto veramente. Per tutta la vita cercò un «contatto» soprannaturale, al di là della normale percezione…

«Vi voglio raccontare del dolore
E della perdita di Dio
Girovagando, vagando nella notte senza speranza
Qui fuori dal confine della terra non ci sono le stelle
Qui fuori siamo pietrificati».
(Jim Morrison)

…purtroppo senza successo. La vera vita, la verità e l’amore illimitato si trovano presso Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio. «Waiting for the son?»

«In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura. Il ladro non viene se non per rubare, ammazzare e distruggere; io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano abbondanza. Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore.l ladro non viene se non rubare, ammazzare e distruggere; io son venuto perché abbiano la vita e l’ abbiano abbondanza».
(Gesú nel Vangelo di Giovanni 10: 7-10)

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