Come pùo dio permettere tutto ciò?

 Nel mondo succedono cose orribili. Processi giudiziari interminabili hanno rivelato gli orrori dei campi di sterminio di Treblinka e di Auschwitz. Le sofferenze dei bambini sono particolarmente rivoltanti, bambini che vengono torturati assassinati, violentati.
Ecco alcuni titoli nei giornali:
«Catastrofe aerea: 315 morti»
«Nuovo terremoto: almeno 12000 morti e 6000 feriti» «87 morti sepolti nella miniera»
«Un pazzo aggredisce una scolaresca col lanciafiamme, 10 bambini morti, molti altri con gravi ustioni»
Ogni volta che sentiamo e vediamo tali notizie nei mass media, risorge la domanda «E Dio? Dov’è? Perché tace? Perché permette tutto ciò senza intervenire? E’ forse impotente?» Oppure «Magari non esiste nemmeno…»

Dio sul banco d’accusa?
«Come può Dio permettere ciò? Perchè Dio resta in silenzio?»
E in maniera errata, in quanto la domanda è fatta in modo che sembra quasi che sia Dio quello messo sul banco degli imputati. Immaginatevi un po’: siamo in un tribunale. Sulla sedia del giudice sono seduto io, offeso e turbato dalla sofferenza nel mondo. Sul banco degli accusati c’è Dio. Dall’alto della mia sedia di giudice, indignato, mi rivolgo all’accusato: «Imputato, come ha potuto permettere tutto ciò?»
Se vogliamo accusare Dio ci troviamo sulla via sbagliata.
Allora voglio dirti qualcosa: c’è un solo Dio e questo Dio è santo. E’ lui che ci denuncia a te e a me.

Durante il periodo inquieto fra le due guerre mi ricordo di aver assistito a una riunione tumultuosa. Quando l’oratore mi vide gridò:
«Ah, ecco il pastore! Venga, venga qua davanti!» lo andai davanti e lui mi disse:
«Così lei crede che c’è un Dio. Allora, se esiste avrò il piacere d’incontrarlo, dopo la morte…»
Feci cenno di sì e lui continuò:
«Veramente, aspetto quel momento. Perché allora gli andrò incontro e gli dirò: "Tu sapevi che molti bambini muoiono di fame, mentre altri hanno tutto. E non hai fatto niente. Hai permesso che ci fossero guerre, dove gli innocenti soffrono e i colpevoli se la godono tranquillamente. Hai taciuto davanti ai tormenti, alle ingiustizie, all’oppressione e allo sfruttamento. Sì, gli sputerò tutta la verità in faccia, al suo Dio! E sa cosa farò dopo? Gli dirò: "Fuori dai piedi! Via di qui! Scendi dal tuo trono, vattene! Così quel tale riuscì a mettermi in collera. Allora lo interruppi:
«Bene! Sì! Anch’io griderò con lei: Scendi dal tuo trono, vattene!…»
All’improvviso ci fu un silenzio totale nella sala. L’oratore mi guardò stupito. Magari aveva ta sensazione di essersi sbagliato di persona, forse non ero io il pastore… Mi vien quasi da ridere ricordando le espressioni di quei volti. L’atmosfera cambiò improvvisamente, si poteva di nuovo parlare ragionevolmente. Non volevo perdere un’occasione del genere. Dissi: «Vede, un Dio che si lascia insultare così da lei deve veramente essere un Dio ridicolo. No, un Dio così non c’è! Esiste solo nella sua mente. Un Dio che deve render conto a lei, un Dio che si lascia accusare e giudicare da lei… No! Un Dio così può esistere solo in una mente completamente confusa. E allora anch’io dirò: "Via con questo Dio! Finiamola con un Dio così.
«Ma lei è il pastore, no?» Disse interdetto l’oratore.
«Certo che le sono! E le dirò una cosa.» E alzai la voce perché tutti potessero sentirmi bene. «Le confermo che esiste un altro Dio, un Dio reale. A quello non potrete chiedere conto. Anzi, sarà lui che chiederà conto a lei. Allora le sue parole si fermeranno in gola! Perché non esiste un dio al quale si possa dire: “Vattene!”
E’ il vero Dio, quello vivente, santo e reale, che portà dire un giorno a te: "Vattene."

Non è possibile! Un Dio che lascia sedere noi sulla sedia di giudice e che si siede lui stesso sul banco degli accusati non esiste. Sarebbe un dio ridicolo, impotente e miserabile. Esiste però un Dio vivente e santo: è lui che occupa il posto di giudice. E sul banco degli accusati, davanti a lui, siamo noi. 

Hai rispettato i comandamenti di Dio? Come ti immagini che tutto funzioni? Noi siamo gli imputati e non Dio.

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