Suicidio romantico attraverso il salto da un ponte

“Il mondo è triste. Molto spesso ho lottatao e dopo ogni delusione mi sono sforzato di avvicinarmi di nuovo alla vita. Ma per che cosa dovrei continuare? Questo mondo grigio e freddo non mi offre più niente. Adesso vado al ponte. Se in via per il ponte un’unica persona mi sorriderà non salterò.”

Lotta con la paura, ripensa a certe cose, ad un tratto gli vengono dei dubbi se non potrebbe continuare a vivere. Si avverte della differenza tra il pensare e il fare. Per un momento si risente vivo, è già da lungo che la vita non è più così importante per lui come adesso. Poi vede alcuni automobilisti che passano velocemente e le loro facce gli ricordano l’inutilità della nostra esistenza. Meglio morto che così. Salta e batte cadendo sull’acqua con più di 100 chilometri all’ora. Quattro secondi di rimorso amaro, poi l’eternità.

Questo è un esempio come pensa una delle tante persone disperate che si buttano regolarmente dai ponti. Provengono da ogni ceto sociale e tutte le fasce d’età sono rappresentate.

I ponti sembrano magicamente attraenti ai suicidi. Ogni giorno degli uomini finscono lì il loro calvario. Il loro lutto ha cause diverse. Molti soffrono di depressioni, alcuni sono infelicemente innamorati e altri hanno perso persone amate. Persino il banale mal di denti è sulla lista delle cause citate in lettere d’addio. C’è il desiderio di essere un’ultima volta la figura tragica in un dramma. Solo che nella realtà manca il sottofondo musicale commovente.

Se non fosse così crudele e scoraggiante, si potrebbe filosofare a lungo sulla vita e persino romanticizzare la morte. Però la dura realtà toglie ogni fascino ai nostri ragionamenti. È senza speranza come noi dopo tutto lo studiare, il pensare, l’amare, il ragionare, il lavorare e l’aspirare stiamo alla fine proprio davanti al niente. La persona più saggia che è mai vissuta ha detto su questo tema il seguente nella Bibbia: Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento. (Ecclesiaste 1, 14)

Essere a rischio di suicidarsi rende onesti. I colpiti vedono più chiaramente lo stato triste del mondo. Vedono come sono vane le maschere che portiamo di continuo e com’è finta le parte che facciamo. Nella Bibbia leggiamo: Dov’è molta saggezza c’è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore. (Ecclesiaste 1, 18)
E infatti sono spesso le persone intelligenti che soffrono di depressioni. Ma quando sono veramente disperati anche loro hanno la grande chance di venire da Dio. Forse prima si era inconsapevolmente orgogliosi e lontano dal bisogno d’aiuto, in questi momenti ci si rende conto della propria nudità. Si capisce che la nostra saggezza e intelligenza scarsa valgono poco e che tutti i pensieri alti erano solo fumo. Ci rendiamo conto del fatto che siamo mendicanti che possono solo arrendersi di fronte a Dio. In momenti del genere si può finalmente dire: “Adesso comunque non importa più. Non ho più niente da perdere. Adesso posso chiedere di Dio senza maschera. Non sono così forte come fingevo di essere.”

È doloroso vedere come tutti piangono quando una persona amata muore. Ma è molto più triste quando qualcuno muore e nessuno piange. Lui ha terminato la sua vita e nessuno è toccato. Alcuni saltano dal ponte e nessuo lo nota semplicemente perché non sono importanti per nessuno. Vengono dimenticati senza una lacrima e nessuna statistica li menziona.
Perfino quelli che una volta erano molto amati dopo un certo periodo di lutto non hanno più alcuna importanza presso i viventi. E infatti, per chi sono veramente importante in fin dei conti? Se lasci da parte i tuoi genitori non troverai nessun altro amore tanto stabile. Ogni amore è solo un prestito. Non esisteva prima e ben presto non esisterà più. L’unico che possa darti l’amore vero è il tuo creatore. L’amore stabile e costante. L’amore eterno che non solo resterà per sempre ma che esiste già da sempre: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati. (1 Giovanni 4, 10)

Sei importante per Lui. Lui è triste se restituisci la tua vita.

Spesso non sentiamo molto di questo ma non c’è da meravigliarsi perché la nostra indifferenza nel rapporto con Dio ha lasciato delle tracce: Ecco la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto. (Isaia 59, 1 – 2)

Nonostante il nostro dilemma fatto da noi Dio ci ama così tanto che si è assunto la punizione ed è morto per le nostre iniquità: Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3, 16)
L’unica cosa che devi fare tu è crederci gratamente e cominciare una vita nuova con Gesù. Invitalo, dista solo una preghiera. Digli semplicemente che cosa c’è nel tuo cuore. Più la vita ti ha rotto, più sarà facile per te.

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