Essere un tantino omosessuali oggi è quasi di moda. Film come “I segreti di Brokeback Mountain”,
e altre produzioni cinematografiche, rendono l’argomento un fenomeno di società. Ormai non sono solo gli idoli del rock a dichiararsi omosessuali, ma anche alcuni politici. Recentemente, un quotidiano affermava in un articolo che gli scienziati ormai sono convinti che siano i geni e gli ormoni a essere responsabili dell’identità sessuale con cui si nasce e, quindi, le varie terapie siano solo sciocchezze perché, anziché aiutare la gente, la danneggiano ancora di più.
Nella sua lettera alla giovane chiesa di Roma, scritta intorno al 57 d.C., Paolo annunciava la buona notizia di Dio. Dopo aver diagnosticato anzitutto la condizione degli uomini, spiegava come si fossero allontanati da Dio e si trovassero prigionieri delle tenebre assolute. Essi avevano mutato la verità di Dio in menzogna, adoravano e servivano la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen!
Ecco perché Dio li abbandonò alle loro passioni infami, lasciandoli in balìa della propria immoralità che li spinse addirittura a disonorare i loro corpi:
infatti le loro donne cambiarono l’uso naturale in quello che è contro natura e anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si infiammarono nella loro libidine gli uni per gli altri, commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. Siccome non si curarono di conoscere Dio, Egli li abbandonò in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette. (Romani 1:24-32)
In questo brano, l’omosessualità rappresenta un caso emblematico che mostra come l’uomo che rifiuta Dio finisce per pervertire tutto ciò che è buono e giusto.
Oggi si ribatte spesso che bisogna interpretare tutto valutando il contesto storico. Noi siamo persone moderne che hanno superato da un pezzo quelle idee antiquate. Una simile interpretazione, però, trascura quello che sappiamo dell’antichità. Infatti, per i Greci e, al tempo di Paolo, anche per i Romani l’omosessualità era perfettamente normale, anzi esistevano ogni sorta di pratiche omosessuali. Gli uomini greci consideravano il rapporto sessuale con dei giovani una forma d’amore particolarmente desiderabile. La poetessa Saffo, vissuta intorno al 630 a.C., nelle sue liriche decantava l’amore per le donne. L’imperatore romano Adriano (76-138 a.C.) era tanto innamorato del giovinetto Antino che, quando questi morì, lo fece venerare come un dio.
Esistono comunque anche testi di autori greci che ritenevano sbagliato il comportamento omosessuale. Nelle sue opere teatrali il commediografo Aristofane se ne beffava. Platone, invece, elogiò l’omosessualità nei suoi primi dialoghi (cfr. per esempio “Il Simposio”),
ma se ne distanziò successivamente, arrivando a concludere che fosse un comportamento contro natura (cfr. “Le Leggi”).
La Bibbia e numerosi esempi contemporanei dimostrano che l’omosessualità non è una condizione eterna. In una lettera ai cristiani di Corinto, la famigerata città del libertinaggio sessuale, Paolo scriveva: “Non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1Corinzi 6:9-11).
In quella città vivevano dunque degli omosessuali che però, con l’aiuto di Dio, riuscirono a modificare il loro stile di vita.
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