1. La resurrezione è un fatto storico!
Prima della mia ricerca non sapevo che vi fosse una così ampia documentazione storica, letteraria e giuridica che attestasse la validità della resurrezione. Ecco le osservazioni di alcuni studiosi:
Un professore di storia romana
Il Prof. Thomas Arnold, autore dell’opera in tre volumi Storia di Roma e docente di storia moderna all’Università di Oxford, scrisse: “Per molti anni ho studiato la storia di altre epoche ed ho esaminato e valutato i documenti che la trattano: però non conosco ancora alcun fatto nella storia dell’umanità che sia testimoniato da prove migliori e più complete che possano soddisfare pienamente il ricercatore più imparziale.”
Un critico testuale
Uno studioso inglese, Brooke Foss Wescott, disse: “Se vengono presi in considerazione tutti i documenti, non è azzardato dire che non c’è nessun altro avvenimento storico meglio e più variamente documentato della resurrezione di Cristo. Solo il preconcetto che l’avvenimento dabba essere per forza falso può aver suggerito l’idea che le prove a suo favore fossero deboli.”
Un professore di storia antica
Paul L. Maier, professore di storia antica all’Università di Western Michigan, concluse che: “Se tutti i documenti venissero esaminati con cura ed onestà, secondo i normali criteri della ricerca storica, sarebbe legittimo concludere che la tomba nella quale Gesù fu sepolto era realmente vuota la mattina della prima Pasqua. Non è stato ancora scoperto un frammento di testimonianza nelle fonti storiche o archeologiche in grado di contraddire questa affermazione”.
Un Primo Presidente della Corte Suprema inglese
Lord Caldecote, magistrato supremo del sistema giudiziario inglese, ha scritto: “La mia fede fin dal principio si è fondata su ciò che secondo me era rivelato nella Bibbia. Quando, in particolare, giunsi al Nuovo Testamento, ai vangeli e agli altri scritti degli uomini che erano stati amici di Gesù Cristo, mi parvero documenti di assoluta autenticità, perché dimostravano la fondatezza dei fatti che esponevano…Quando ho affrontato il tema centrale del crestianesimo, cioè la resurrezione di Gesù Cristo, ed ho cercato di esaminarne la fondatezza, sono giunto alla conclusione che si trattava di una realtà al di sopra di ogni dubbio.”
Un`autorità in campo giuridico
Un uomo che aveva una notevole capacità nell’esaminare la validità delle prove era Simon Greenleaf, noto professore di Dritto all’Università di Harvard e autore della famosa opera in tre volumi “A treatise on the Law of Evidence”
(Un trattato sui principi di accertamento delle prove), ancora oggi considerata tra le più importanti nel campo della letteratura giuridica.
Anche Greenleaf esaminò il valore delle testimonianze storiche sulla resurezzione di Gesù Cristo applicandovi i principi che aveva formulato nella sua opera sull’accertamento delle prove. Greenleaf asserì che secondo le norme di validità delle prove usate nei tribunali, vi sono più pove riguardanti l’evento storico della resurrezione di Gesù Cristo, di quante ve ne siano su qualsiasi altro avvenimento della storia.
Un procuratore generale
John Singleton Copley, un inglese meglio conociuto come Lord Lyndhurst, è considerato un dei più grandi esperti giuridici della storia inglese. Egli fu procuratore generale del governo britannico, tre volte Gran Cancelliere d’Inghilterra e infine Sovrintendente all’Università di Cambridge. Nella sua vita ricoprì le più alte cariche mai conferite ad un giudice in Gran Bretagna. Quando morì, insieme ad altri documtenti personali, furono ritravati i suoi commenti sulla resurrezione, analizzata alla luce delle prove giuridiche e accompagnati da una nota esplicativa sulle ragioni per le quali era divenuto cristiano: “So molto bene cosa sia una prova, e vi dico che finora non ci sono mai state prove sufficienti per mettere in discussione il fatto della resurrezione.” Lord Darling, Primo Presidente della Corte Suprema d’Inghilterra, disse una volta: “Nessuna intelligente giuria al mondo potrebbe pronunciarsi contro la veridicità della resurrezione.”
Un avvocato razionalista
Frank Morrison, un avvocato cresciuto in un ambiente rigidamente razionalista, era dell’opinione che la resurrezione folle solo un’aggiunta alla storia di Cristo messa per renderla una “favola a lieto fine” che invece rovinava l’immacolata stora di Cristo. Così si sentì in dovere di scrivere un libro in cui presentare la sua “verità” su Gesù e smantellare una volta per tutte la mitica storia della resurrezione.
Dopo aver studiatio i fatti, però giunse alla conclusione opposta. Il gran numero di prove lo indussero a concludere che Gesù era effettivamente risorto dai morti. Morrison, come era proposto, scrisse il suo libro, ma non esattamente quello che aveva progettato. Esso è intitolato “Who moved the stone?” (Chi spostò la pietra?) . Il primo capitolo ha un titolo eloquente: Il libro che non voleva essere scritto.
Un genio letterario
Lo studioso C.S.Lewis, Prof. di Letteratura Medioevale e Rinascimentale all’Università di Cambrige, scrivendo della propria conversione al cristianesimo, rivelò che era partito dal presupposto che i cristiani fossero nell’errore e che pertanto non avrebbe mai abbracciato il cristianesimo. Egli scrisse: “All’inizio del 1926 il più acceso ateo che abbia mai conosciuto era seduto accanto a me, viciono al camino, nella mia stanza. Diceva che le prove della storicità dei vangeli erano davvero sorprendenti, anzi le loro narrazioni sembravano proprio autentiche. “Peccato!” disse, “tutta quella storiella sul Dio morente sembra che sia realmente accaduta!”
“Per comprendere il valore della sua affermazione, avreste dovuto conoscerlo. Se lui, il più cinico dei cinici, il più “duro” dei non era poi così sicuro delle sue affermazioni, allora a chi avrei potuto rivolgermi? Non c’era dunque altra via di scampo?”
Dopo aver valutato attentamente le prove a favore del cristianesimo, Lewis concluse che le altre religioni non avevano conferme stroiche solide e dettagliate come il cristianesimo. La sua conoscenza della storia lo spinse ad ammettere che il Vangelo era un documento attendibile e non un mito. Finalmente, nonstante la sua forte opposizione al cristianesimo, il Prof. Lewis dovette compiere una scelta razionale:”Dovete immaginarmi solo, notte dopo notte, mentre sentivo l’irrefrenabile, continuo avvicinarsi di Colui che ho tanto cercato di non incontrare. Ciò che avevo tanto temuto, alla fine mi era capitato. Nel 1929 mi arresi, ed ammettendo che Dio era Dio, mi inginocchiai e pregai. Forse quella notte ero il convertito più depresso e riluttante di tutta l’Inghilterra.”
Una delle principali ragioni per cui ho scritto questo libro è quella di presentare le prove stroriche che queste persone, ed innumerevoli altre come loro, hanno scoperto quando si sono trovate di fronte all’affermazione biblica: il terzo giorno la toma era vuota!