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8. Il criterio storico


La resurrezione di Cristo deve essere esaminata con lo stesso criterio con cui viene vagliato qualsiasi altro evento del passato. La fede della chiesa primitiva poggiava sull’esperienza pratica. Per esempio, i seguaci di Cristo dissero che Egli si era mostrato vivo a loro con “molte prove convincenti” (Atti 1:3). Luca ha usato la parola greca “tekmerion”, che significa “prova dimostrabile”.


Era chiaro che la mia ricerca dovesse tener conto dei criteri di indagine storica, se avevo intenzione di scoprire ciò che è realmente avvenuto nel corso di quella prima Pasqua.


La necessità di prove sufficienti


Viviamo in un mondo che per credere chiede prove inconfutabili. Lo scopo di questo libro è proprio quello di offrire le prove relative alla resurrezione.


Wolfhart Pannenberg, docente di teologia sistematica all’Università di Monaco in Germania, si è interessato soprattutto di questioni relative al rapporto tra fede e storia. Questo illustre studioso osserva: “Se la resurrezione di Gesù sia avvenuta o meno è in fin dei conti un problema storico, dunque deve essere affrontato a questo livello”.


Le prove devono essere esaminate con una metodologia storica onesta e leale; la ricerca non deve essere compromessa da nozioni o conclusioni preconcette. C’è l’assoluta esigenza che le prove possano parlare da sole.


A proposito della necessità di essere obiettivi nella ricerca storica, lo storico Ronald Sider scrive: “Cosa fa il critico storico quando i documenti in suo possesso dimostrano in modo irrefutabile la realtà di un evento che contraddice le sue aspettative e la visione naturalistica che egli ha della realtà? Immagino che debba seguire le indicazioni delle fonti che ha criticamente analizzato. Non è certo un atteggiamento molto scientifico cominciare dalla presupposizione filosofica che i miracoli non possano avvenire. Se non evitiamo tali pregiudizi limitativi, l’interpretazione storica diventa un semplice esercizio di propaganda.


“Abbiamo il diritto di esigere prove convincenti prima di prendere per autentico un evento qualsiasi che non abbiamo sperimentato personalemnte, ma non possiamo giudicare la realtà in base alla nostra limitata esperienza. E vorrei dire, a questo punto, che abbiamo delle prove ben fondate che confermano la resurrezione di Gesù di Nazaret”.


Un approccio adeguato


Lo storico Ethelbert Stauffer offre ulteriori consigli sul modo in cui bisogna affrontare la storia: “Cosa facciamo noi (come storici) quando scopriamo cose che ci sorprendono e contraddicono tutte le nostre attese, le nostre convinzioni e perfino il nostro modo di intendere quel determinato periodo storico? Dobbiamo convenire con un grande storico, che trovandosi in tali circostanze, affermò: “È certamente possibile!” E perché no? Per il critico storico null è impussibile”.


Un altro stroico, Philip Schaff, aggiunge: “Lo scopo dello storico non è quello di costruire una storia basata su nozioni preconcette né di modellarla a proprio piacimento, ma di presentarla attraverso i migliori documenti disponibili e fare in modo che questi parlino da sé”.


Se si vuole giudicare la storicità di Cristo, Egli deve essere considerato in maniera imparziale come si fa con qualsiasi altro personaggio della storia. “Il Dott. F. F. Bruce dell’Università di Manchester in Inghilterra attesta che “la storicità di Cristo è tanto chiara per lo storico onesto come lo è quella di Giulio Cesare. Non sono gli storici a diffondere le teorie che Cristo sia una figura mitologica”.


Un atteggiamento critico


In ultima analisi la prova della storicità della resurrezione consiste nel verificare se essa è sostenuta da documenti validi.


A questo punto è implicito che bisogna procedere con cautela ed esaminare attentamente i dati relativi alla resurrezione di Cristo. Un critico storico vorrà in primo luogo esaminare le testimonianze e trovare la conferma della morte per crocifissione, poi studierà con cura il procedimento della sepoltura e le affermazioni attestanti che Egli era vivo il terzo giorno e che la tomba fu trovata vuota. Poi avrà il buon senso di prendere in considerazione ogni possibile spiegazione suggeritagli dal materiale trovato; farà una attenta lettura di altri documenti che convalidino quelli già esaminati ed infine trarrà le conclusioni più appropriate. Non è un procedimento serio, oltre che interessante? È proprio ciò che ho intenzione di fare nelle prossime pagine.

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