Il suo nome completo è RICARDO IZECSON SANTOS LEITE.
L’arbitro ha appena fischiato la fine della partita, il Milan è campione d’Italia. Cacà, dopo uno stretto abbraccio con i compagni, vola con tutti loro, mano nella mano, verso il podio più alto per ricevere i fragorosi applausi di uno stadio in delirio. Qualcuno ha scritto: “La gioia del Milan ha il sorriso e il candore di Cacà”.
Gli entusiasmi e i calembour del mondo del Milan, e non solo, si concentrano su Cacà, c’è molto Sheva, qualche bandiera ucraina, un po’ di Maldini sugli striscioni: il resto è Cacà.
“Cacà-o meraviglia-o!”, conquista il posto più alto del proscenio.
Cacà, l’uomo dello spettacolo puro. “Uno” ha detto Berlusconi, “al quale gli occhi sprizzano bollicine di intelligenza”.
Angelotti riferendosi a lui dice: “Cacà è stata la grande sorpresa, non lo conoscevo neanche io”.
Rino Gattuso così si è espresso: “Questo è un fenomeno!”.
Altri ancora dicono: Cacà, “l’uomo scudetto del Milan!” – Cacà, “il valore aggiunto” – Cacà, “lo scatenato” – Cacà, “la riscossa” – Cacà, “la sostanziale inclassificabilità tattica” – Cacà, …ecc…
Inoltre Cacà nella sua semplicità ha detto: “Il complimento più bello che ho ricevuto è stato quando Ancelotti mi ha paragonato a Platinì”.
Da buon credente conosce le buone maniere e sa leggere nel cuore, ha buone parole e una grande sensibilità verso tutti i compagni, in particolar modo per Rui Costa, l’uomo che lui stesso ha scavalcato nella squadra del Milan.
Cacà, il talento brasiliano sempre sorridente, è nato a Brasilia (BRA) nel 1982, figlio di un ingegnere civile, arriva dal San Paolo, campione del mondo del 2002.
“Sono felicissimo”, dice il fuoriclasse brasiliano che, da buon cristiano evangelico, ama precisare sempre: “Non ho neanche parole per esprimere la mia gioia. Vincere lo scudetto alla mia prima stagione è una soddisfazione incredibile; questo scudetto è per Dio, lo dedico a lui. E poi anche alla mia famiglia, agli amici, ai compagni di squadra.
È tutto bellissimo, sto vivendo due sogni: il primo è quello con Gesù, il suo dono meraviglioso, la gioia, la pace, la salvezza, la certezza della vita eterna.”
Un risultato positivo questo, che può scaturire solo da un cuore che ha posto la propria fiducia nelle promesse bibliche del Salvatore, infatti sta scritto: «Or la fede è CERTEZZA di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono» (Ebrei 11:1), cioè la certezza del paradiso.
Qualsiasi altra fede che non dà questo risultato non è la vera fede.
“Il secondo”, continua, “vincere nel primo anno in Italia e in un campionato così difficile è un bel regalo di Dio. I miei compagni dicono che sono stato io a fare la differenza? No, sono troppo buoni, io sono stato uno del gruppo, e che gruppo: ci sono campioni fantastici nel Milan, io ho imparato da loro. Nel Milan poi ho trovato una casa, mi sembra di stare in famiglia. Di Rio de Janeiro mi mancano molto la mia fidanzata Caroline, gli amici, le spiagge, il sole, la calma. Ma a Milano ho scoperto la bellezza della neve. È bello guardarla e camminarci sopra, mi piace quel leggero scricchiolio che si sente sotto gli scarponi, che ti infonde una grande calma. Io sono sempre così, mi piace la tranquillità, la pace, volare, sognare con la fantasia, accetto solo felicemente il frastuono dello stadio. La Bibbia mi aiuta in questo mio desiderio di serenità. Per dominare i sentimenti e restare freddo in campo, e nella vita, all’età di 21 anni ci vuole una sicurezza e un equilibrio che ti viene da dentro”.
Dal di dentro di colui che ha già realizzato pienamente il messaggio di Gesù, quando disse: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come dice la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Giovanni 7:37-39)
E mentre San Siro festeggiava lo scudetto, il brasiliano che ha cambiato la storia di questo campionato alzava al cielo una preghiera di ringraziamento a Dio, e una maglietta con la scritta: “I belong to Jesus” (Io appartengo a Gesù), cioè una di quelle scritte che la Fifa ha messo al bando ma che nel campionato italiano non sono ancora (meno male) fuorilegge.
Cacà, ancora prima della vittoria, sicuramente ha pensato a Gesù e anche a te, per lanciarti, nel frastuono di mille pubblicità, il messaggio più bello, cioè quello dell’eternità con Dio, come a dire: “Io appartengo a Gesù, e tu?”
Semifinale di Champions League AC Milan 07 Kakà ha vinto per il Signore Gesù
kaka
Ho letto questo articolo fantastico. Io sono una cristiana evangelica valdese. Credo che le persone che cercano attraverso la loro popolarità e il loro talento di lanciare essaggi positivi, verso la fede totale in Cristo siano rari: uno di questi è Kakà. Io ringrazio Dio per averci ricordato attraverso tante piccole cose la Sua presenza su questa terra, con noi, accanto a noi. Grazie.
ciao cara carolina
mi f molto piacere che tu ti interessi per il calcio e anche per Gesù.
Lui dice a tutti
Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me. Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio trono, come io ho vinto e mi sono assiso presso il Padre mio sul suo trono. Chi ha orecchi, ascolti …
Tu io Kaka e tutti che credono in Cristo sono vincitore
salve
kaka o meravigliao
Sono milanista e sono contento di esserlo.
e da quando c’è Kaka sono ancora più contento.
la cosa che mi è piaciuta molto di questo campione è stata la sua integrità. Lui da poco si è sposato con Carolina una giovane ragazza brasiliana. in questa intervista gli chiesero se prima di Carolina avesse avuto altre ragazze. Lui con una risposta molto seria aveva detto che lei era stata la sua unica fidanzata e sarà l’unica moglie per tutta la vita.
ciao
Grazie per aver dato il tuo parere sulla vita di Kakà che vive in un mondo dove Cristo e Dio non sono al centro della vita di questi sportivi, ma lui come altri, riescono a portare, nonostante tutto, il messaggio di Cristo.
Ciao Toni