La libertà – l’ho sempre desiderata e fin dalla mia infanzia scappavo spesso. Durante l’adolescenza covavo nel mio cuore una ribellione
sempre più grande contro i miei genitori, i miei insegnanti, la società, ecc. Iniziai a fumare a 14 anni e a 15 consumai il mio primo spinello. Marijuana e hashish furono da quel momento i miei accompagnatori quasi costanti.
Dopo la morte di una persona dell’ambiente punk ne ebbi abbastanza di tutte quelle schifezze, della puzza di alcool, della scabbia e di quella pazzesca anarchia. Provai il Flower Power finché non cominciai a considerarlo infantile. Seguirono il Gotico, la voglia di morire e i pensieri suicidi.
Nell’ambiente FP (Flower Power) mi trovavo meglio. La musica di Janis Joplin, The Doors, Tom Waits ecc. era in assoluto quella che preferivo.
Mi succedeva spesso di provare tanta rabbia nei confronti dei miei genitori; non riuscivo a sopportare la sensazione di non essere amata e il rapporto di dipendenza. Feci le valigie e fuggii a Parigi per una settimana…
In quel periodo portavo della bigiotteria di perle che mi facevo io stessa. Rubavo tutto ciò che riuscivo ad arraffare: le perle, i vestiti, il trucco. Compivamo ogni sorta di stupidaggini e cominciammo addirittura a rapinare semplicemente per divertimento.
Perché esisto? Che senso ha andare a scuola se tanto poi devo morire? Cosa succede dopo la morte? Erano queste le domande che mi ponevo spesso in quel periodo, purtroppo senza trovare le risposte. Inoltre ero continuamente innamorata infelicemente.
A causa dei frequenti trasferimenti non avevo mai avuto dei “veri amici”. Certo avevo conosciuto molte persone, eppure desideravo ardentemente un gruppo di amici fissi o un’amica a cui poter raccontare tutto quello che provavo. Con l’ennesimo trasloco venne meno il mio interesse al Flower Power, che ora consideravo troppo “vivace” e infantile. Cominciai ad ascoltare con entusiasmo i Dark Wave e la musica gotica.
Mi vestivo di nero e riflettevo sempre di più su questo strano mondo, cercando il “vero amore”. Spesso avevo una gran voglia di morire. La morte mi affascinava e pensavo di frequente al suicidio. Ma non osai mai compiere un gesto del genere: c’era sempre qualcosa che mi tratteneva. Ascoltavo volentieri musica malinconica e triste, però avevo un certo rispetto per quel mondo e non mi lasciai coinvolgere mai troppo.
La sera andavamo spesso al bar, giocavamo a dardi o al flipper. Quando andavamo in discoteca ovviamente c’era in programma musica tecno. Così un giorno, inevitabilmente, oltrre agli spinelli presi anche l’ecstasy. Durante una manifestazione tecno, alla quale avevo partecipato insieme a un’amica, dopo aver bevuto abbondantemente dell’alcool e aver ingerito ecstasy, consumai per la prima volta LSD. Fu la situazione più spaventosa che avessi mai vissuta. In preda alla paura cominciai a pregare e supplicai Dio, caso mai esistesse, di riportare il mio cervello alla normalità perché ero completamente impazzita. Gli promisi che non avrei preso mai più quella roba. Il giorno seguente ragionavo di nuovo con chiarezza e mantenni la mia promessa di non toccare più LSD.